di Giacinta Oliva
“Alessandria del Carretto non è il paradiso ma è molto lontana dall’inferno”. Questa è stata la frase che per tre giorni, 20-21-22 agosto, durante Radicazioni, il festival delle culture tradizionali, si leggeva e si udiva spesso. Il festival, quasi completamente autofinanziato, è arrivato alla decima edizione con successo e qualità grazie agli organizzatori, i ragazzi dell’Associazione Francesco Vuodo. Le giornate del festival alessandrino sono state piene di iniziative che hanno coinvolto i cittadini di Alessandria e gli assai numerosi turisti provenienti da tutto il mondo.
Parate, convegni, concerti, musiche tradizionali, arte, mostre, teatro, murales, tradizioni: questo e tanto altro è stato Radicazioni. Gli “scontri e incontri culturali” (sottotitolo del programma della decima edizione del festival) sono stati numerosi, tra cui l’incontro con l’Escola de Bodega de Villardonnel, che ha fatto conoscere al festival la musica franco-occitana, il cui strumento base è la cornamusa, recuperata in quest’area grazie ad un emigrato calabrese che negli anni ’90 ha insegnato la lavorazione dell’otre ai francesi, i quali hanno potuto recuperare lo strumento tradizionale. Costruttiva è stata la visione del documentario “Il non finito calabrese” di A. Maggio e F. Lesce che ha visto nell’ultima giornata la partecipazione del consigliere regionale Gianluca Gallo.
Di notevole interesse è stato l’incontro “De Seta tra Calabria e Sardegna, Alessandria del Carretto e Orgosolo” tenutosi il 21 agosto presso la sala consiliare, resa incantevole dalla mostra fotografica del parigino Guy Jaumotte, amico e collaboratore del maestro De Seta. L’incontro, moderato dal prof. Ettore Angiò, ha visto tra i relatori lo stesso prof. Angiò che ha ricordato come un grande regista come Scorzese apprezzasse i film di De Seta; il prof. Giuseppe Rizzo che ha fatto notare come le figure dei briganti calabresi e quelle dei banditi sardi siano vicine; il sindaco Vincenzo Gaudio che ha fatto il saluto istituzionale; la dott.ssa Cecilia Collu portavoce dell’Associazione Culturale Murales di Orgosolo che ha raccontato l’esperienza e i rapporti del registra con gli abitanti del paese barbaricino;
la dott.ssa Cecilia Collu portavoce dell’Associazione Culturale Murales di Orgosolo che ha raccontato l’esperienza e i rapporti del registra con gli abitanti del paese barbaricino; il presidente dell’associazione Murales Antonio Musina che ha portato i saluti dell’amministrazione di Orgosolo; il fotografo Guy Jaumotte che ha ricordato come ha conosciuto il maestro; Maurizio Bassu, componente dell’associazione culturale Murales, che ha sottolineato la vicinanza dei due paesi anche nell’esperienza desetiana.
Al termine del convegno i tenores dell’associazione Murales, associazione che prende il nome dal fenomeno artistico che caratterizza i muri del paese (murales a sfondo politico e sociale), hanno offerto un’ anteprima del canto tradizionale, entusiasmando particolarmente il pubblico presente. Un incontro caratterizzato non solo da un grande arricchimento culturale, ma anche di grandi emozioni percepibili da tutti i partecipanti. Due luoghi geograficamente lontani ma ideologicamente molto vicini. Radicazioni anche quest’anno è riuscita ad avvicinare, a far conoscere e a trasmettere le culture di diversi popoli. Un plauso agli organizzatori che fanno di questo festival un fiore all’occhiello del panorama culturale calabrese.
estratto da: AAJtv – Emittente Multimediale Calabrese – www.aajtv.it