A seguito della Tavola Rotonda, promossa ddall’Associazione Culturale “Francesco Vuodo” e dai cittadini di Alessandria del Carretto del
23 febbraio 2014
L’Alto Jonio cosentino rappresenta un limite: la periferia estrema di una Provincia e di una Regione da anni distratte alle problematiche di quest’area. La frana avvenuta il 2 febbraio 2014 ha posto una barriera, un nuovo limite a questa comunità, da circa un mese isolata. Alessandria del Carretto vive un disagio ambientale e sociale che sta mettendo a dura prova la tenacia dei suoi abitanti. In questo paese ora si lotta per la vita e per la morte, considerando che a morire non sono solo le persone, ma anche i luoghi e gli organismi sociali. La frana non è stato l’inizio dell’isolamento e conseguente abbandono, la frana è l’esito di una mancata attenzione politica verso la prevenzione, manutenzione e tutela del territorio che dura ormai da troppo tempo.
Alessandria del Carretto è priva di quei servizi primari in grado di garantire il vivere civile: istruzione, sanità e viabilità.
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Qui non c’è più la scuola dell’infanzia, la causa non è biologica e naturale, ma sociale, politica, e, tra qualche anno (parliamo di anni a voler essere ottimisti) non ci sarà neanche più la scuola primaria. Le famiglie sono obbligate a dividersi o ad emigrare, con tutto ciò che ne deriva, sia dal punto di vista economico che psicologico.
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Non è garantita un’assistenza sanitaria 24 ore su 24 (tra l’orario di ambulatorio del medico condotto e la guardia medica c’è un buco di diverse ore).
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La farmacia è sprovvista di farmaci di primo soccorso che, in alcuni casi può reperire solo per il giorno seguente.
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Il presidio delle Poste Italiane appare inefficiente.
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Infine, come tutti sappiamo oramai, non c’è una strada. A causa di questo è stato sospeso il servizio di trasporto delle autolinee, gli studenti e i pendolari sono costretti ad affittare le case altrove, sia per frequentare gli istituti scolastici che per poter garantire la presenza a lavoro.
Dal 2 febbraio 2014 Alessandria del Carretto non vive più in una situazione Sociale di Normalità, quella pseudo normalità che permetteva comunque di sopravvivere.
Se una situazione NORMALE, ormai, non può essere garantita, chiediamo di essere trattati come un caso ECCEZIONALE, e, in quanto tale bisognoso di un PIANO DI EMERGENZA.
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Autoambulanza medicalizzata completa di tutto, considerando il fatto che per raggiungere l’ospedale più vicino occorre percorrere due ore e mezza di strade quasi impraticabili.
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Un autobus adeguato alla strada, che possa permettere sia ai pendolari che agli studenti di raggiungere i propri posti di lavoro e le scuole.
I cittadini di Alessandria del Carretto, in quanto cittadini italiani, pagano le tasse, il canone rai (rai 3 Calabria non serve la nostra comunità) ,e, ciò nonostante non hanno gli stessi servizi degli altri paesi. I cittadini di Alessandria del Carretto sono cittadini di serie Z.
Lanciamo un’esortazione a noi stessi e a tutti gli abitanti a non rassegnarsi a questo stato di cose vivendo assorti in un totale nichilismo. Abbiamo timore che le situazioni provvisorie attuate per fronteggiare questi recenti disagi diventeranno nel tempo soluzioni permanenti che decreteranno la morte della nostra comunità.
Chi si assume oggi la responsabilità di far morire un luogo? chi vuol decretarne la morte? Noi no! Noi lotteremo per la vita, e vogliamo farlo insieme a chi abita e a chi governa in questo territorio. L’assenza della Politica e l’indifferenza della società civile darebbero il colpo di grazia. In questo caso sarebbe come emettere una «sentenza di morte» su Alessandria del Carretto.
Alessandria del Carretto è il paese più in alto del Parco Nazionale del Pollino, e, in altri posti questo sarebbe stato considerato un punto di forza, non un peso per le finanze pubbliche.
Alessandria del Carretto (cs) 26/02/2014
Associazione Culturale “Francesco Vuodo”, Alessandria del Carretto (cs)